PERCHè LO STRESS FA INGRASSARE?


uomo obeso mangia guardando orologio
In questo articolo cercherò di spiegare il legame che intercorre tra stress e peso, infatti avrete notato che nei periodi di forte stress si tende ad ingrassare.
Lo stress è prima  di tutto una reazione biologica dell’organismo che permette di mobilizzare l’energia nei muscoli, nel cuore e nel cervello, in  modo che l’individuo possa agire efficacemente per affrontare un pericolo.
Quindi allo stress corrisponde un meccanismo biologico utile alla sopravvivenza, allora perchè ne parliamo sempre con accezione negativa? Perchè se lo stress dura per molto tempo con livelli d’intensità elevati  può divenire patologico  e creare dei problemi di salute, in questo caso si parla di stress cronico.
Per meglio comprendere il legame tra stress e peso dobbiamo fare un salto nel passato ed osservarne l’utilità  nella vita dell’uomo primitivo.
La vita dei nostri antenati  era ricca di pericoli reali, anche procurarsi il cibo, attraverso la caccia poteva costituire un rischio per la vita. Davanti ad un pericolo, come affrontare una bestia feroce, si attivavano degli ormoni, catacolamine e cortisolo, detti anche ormoni dello stress, il cui effetto era preparare alla lotta ed alla corsa e favorire un aumento di attenzione. Dunque gli ormoni agivano per rendere disponibile l’utilizzo di energia a livello dei muscoli e del cervello, demolendo a questo scopo le riserve energetiche dell’organismo per rilasciare glucosio, con l’effetto  di un inalzamento della glicemia. Il metabolismo basale inoltre rallentava per conservare quante più energie possibili.
L’uomo moderno davanti ad una situazione stressante continua a funzionare come i suoi antenati, ma ciò che è cambiata è la società e dunque la tipologia di  stressor (eventi stressogeni).
Ad esempio se la nostra fonte di stress è rappresentata dal problema di far bastare il nostro stipendio per arrivare a fine mese, saremo probabilmente in uno stato di attivazione costante, in quanto il problema ci assilla quotidianamente, e si ripresenta ogni mese, inoltre l’energia reale che spenderemo (fornitaci dal glucosio) dipenderà molto dal tipo di lavoro che dobbiamo sostenere più o meno faticoso a livello fisico e intellettuale.
Nell’analizzare l’uomo moderno dobbiamo tener conto anche  degli stressor percepiti. Il nostro corpo risponde allo stesso modo sia che siamo in presenza di una fonte di minaccia reale, sia che siamo di fronte ad una fonte di minaccia percepita emotivamente, ma non corrispondente a un reale pericolo.
Per esempio, una persona che, a seguito di un richiamo da parte del datore di lavoro, sviluppasse la convinzione di rischiare il proprio posto, probambilmente vivrebbe in un continuo stato di allerta e stress (a causa di una  errata interpretazione della realtà che lo circonda), pur non essendo di fronte un reale pericolo.

Quando percepiamo un pericolo il nostro organismo si attiva rilasciando ormoni che preparano il corpo all’attacco o alla fuga, il problema è che oggi la risposta comportale di attacco o fuga non c’è più (o almeno non ai livelli dell’uomo primitivo), ma le azioni degli ormoni rimangono nel sangue ed agiscono su tutto il corpo, il cortisolo  intacca musculatura e tessuto adiposo per ricavare glucosio e per ricaricarsi il nostro corpo cerca cibi ad alto contenuto calorico.
Quando siamo stressati aumenta la fame, una fame particolare però, perchè riesce a saziarsi solo con determinati tipi di alimenti, di solito ricchi di zuccheri, alimenti appunto che danno energia. Ecco che ogni qualvolta le nostre emozioni ci opprimono siamo tentati di consolarci attraverso questi cibi. In questo caso siamo di fronte ad una fame emotiva, fame nervosa, che parte dalla testa più che dallo stomaco.
E’ chiaro che nella società odierna ci sono molte situazioni stressogene di tipo emotivo che scatenano gli stessi meccanismi di risposta biologici che  si innescavano nei nostri antenati e che all’epoca erano adattivi in quanto li preparavano ad affrontare un grosso sforzo fisico, con la differenza che per affrontare uno stressor emotivo oggi, non si ha realmente bisogno di un maggiore introito di calorie.

Dunque ricapitolando, perchè lo stress ci fa ingrassare?

1)      Attiva un meccanismo biologico che aumenta la glicemia per rendere disponibile energia a livello di muscoli e cervello. Se la fonte di stress è emotiva e continuativa tutta questa energia non viene spesa in attività fisica intensa (come invece succedeva nel caso dei nostri antenati).
2)      Ci spinge a ricercare cibi calorici, ma le calorie introdotte non vengono bruciate attraverso una corrispondente attività fisica.
3)      Quando mangiamo per far tacere le nostre emozioni, rispondiamo ad uno stimolo che proviene dalla testa e non dallo stomaco, e quindi mangiamo senza rispondere ad un bisogno fisico. Ciò non risolve il problema alla radice, ma dona un breve sollievo istantaneo, salvo poi ricadere nel senso di colpa.
4)      Il cortisolo (ormone dello stress), consuma la musculatura e il tessuto adipososo per ricavare glucosio, da un lato questo meccanismo potrebbe essere associato ad un dimagrimento, nonchè ad un deperimento fisico e mentale, in quanto lo stress va ad intaccare la massa grassa e la massa magra, dall’altro però può portare anche all’effetto opposto, cioè ad ingrassare se associato allo stile di vita dell’uomo moderno, dove vi è  facile disponibilità  di abbondante cibo calorico a prezzo di poco sforzo fisico.
5)      Il cortisolo oltre ad alzare la glicemia, rallenta anche il metabolismo basale e trasforma il tessuto muscolare in tessuto adiposo.  Anche il cibo consolatorio che ingeriamo per consolarci alza la glicemia. Non essendoci inoltre una sufficiente attività fisica che consumi questa energia, la conseguenza è un aumento del deposito di grasso soprattutto nell’addome e una aumentata probabilità di sviluppare delle patologie: l’ insulina costantemente alta infatti espone al rischio di sindrome metabolica e diabete di tipo 2.

Dunque è l’associazione tra stress continuativo, dovuto a fattori principalmente emotivi più che a pericoli reali per la sopravvivenza e stile di vita odierno, costituito da eccesso di introito calorico  e scarsa attività fisica, che conduce a ingrassare, e se siamo vittime di questo meccanismo, possiamo uscirne essenzialmente attraverso due strategie.

1)      Adottare uno stile di vita sano sia dal puntodi vista alimentare che dal punto di vista dell’attività fisica.
2)      Intervenire sullo stress a livello psicologico. Capire cosa ci stressa e ci spinge a mangiare per nervoso, imparare ad approcciarsi alla vita in modo più sereno.

Spesso quando si segue una dieta restrittiva si innesca un meccanismo che aumenta lo stress. La rigidità, la privazione, le rinunce e la fame provata che richiede seguire tale regime alimentare, innesca o aumenta lo stress, aprendo la strada quindi all’insoddisfazione, alla fame emotiva, agli sgarri ed alle abbuffate. Inoltre un rapido calo del peso, stimola il metabolismo a rallentare, in quanto ancestralmente siamo programmati per conservare le energie in vista di periodi di magra, se così non fosse, ci saremo estinti alla prima carestia.

Come fare dunque per dimagrire senza innescare lo stress ?
Probabilmente ci sono vari modi. Come psicologa del comportamento alimentare posso suggerirne uno: la mindful eating. Mindful eating, tradotto in italiano significa mangiare consapevolmente ed è l’applicazione della mindfulness all’alimentazione. La mindfulness è una tecnica psicologica oggetto di numerose ricerche scientifiche che ne dimostrano la capacità di apportare modifiche alla struttura ed al funzionamento del cervello, essa allena il cervello a diventare più attento, consapevole e sereno. La mindful eating aiuta a sviluppare la consapevolezza dei bisogni del proprio corpo, della propria mente,  e allena a sviluppare un modo di mangiare che rispetti questi bisogni, senza rinunciare al piacere che può dare il cibo. Questa tecnica può essere di sostegno soprattutto alle persone che per mancanza di motivazione o per difficoltà emotive, fanno fatica  a seguire una dieta o a mantenere nel tempo il peso raggiunto con la dieta, ma anche a chi soffre di alimentazione incontrollata o di abbuffate in quanto aiuta ad affrontare le difficoltà psicologiche-emotive che sono alla base della fame nervosa e allena a rapportarsi al cibo e al corpo con atteggiamento positivo.
Non dobbiamo mai dimenticare che tra mente e corpo non c’è una divisione netta, ma anzi un’interconnessione costante. Questa interconnessione tra mente e corpo è stata rivalutata negli ultimi decenni, la scienza e la medicina si sono rese conto  finalmente che non si possono scindere i comportamenti ed i sintomi fisici ed osservabili dagli aspetti psicologici, che rappresentano, per fare una metafora, la parte dell’ iceberg coperta dal mare.


Dott.ssa Silvia Piavento
Psicologa e Psicoterapeuta sistemica
Esperta in psicologia dell’alimentazione



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