LA SINDROME METABOLICA, UN CAMPANELLO D'ALLARME A MOLTI SCONOSCIUTO
Oggi voglio parlarvi della sindrome metabolica.
Mi sono resa conto che è una sindrome di cui molti non hanno mai sentito
parlare.
Alcune persone non sanno nemmeno di esserne
affette in quanto i sintomi sono spesso latenti e spesso si scopre che qualcosa
non va casualmente, in seguito a delle analisi del sangue. Questa sindrome e
stata identificata negli anni Settanta ed è importante riconoscerla in quanto
può essere un importante campanello d'allarme.
La sindrome metabolica è una condizione
clinica nella quale si rileva la presenza contemporanea di un insieme di
fattori che predispongono il soggetto ad avere un più alto rischio di
svuluppare malattie come diabete, steatosi epatica e patologie cardiovascolari.
Quali sono questi fattori
di rischio?
I criteri NCEP: ATP III (National Cholesterol
Education Program: Adult Treatment Panel III) 2005 per la sindrome metabolica
prevedono la presenza di 3 o più dei seguenti elementi:
- Obesità addominale, ovvero una
circonferenza vita superiore a 102 cm per gli uomini ed 88 cm per le donne.
L'obesità si può dividere in due tipi:
androide (a mela) in cui il grasso si accumula principalmente nella pancia
intorno alla zona della vita e ginoide (a pera) in cui il grasso si accumula in
glutei fianchi e cosce. L' obesità androide è particolarmente pericolosa per la
salute in quanto è stato scientificamente provato che crea affaticamento al
cuore.
- Ipertrigliceridemia, quando i
trigliceridi nel sangue superano i 150 mg/dl.
- iperglicemia a digiuno (glicemia a
digiuno superiore a 100 mg/dl)
- basso colesterolo HDL (ovvero il così
detto colesterolo buono) con valori inferiori a 40 mg/dl negli uomini e 50
mg/dl nelle donne.
- Ipertensione, pressione arteriosa
superiore a 130 mmHg sistolica e 85 mmHg diastolica.
Il rischio di sindrome metabolica aumenta con
l'età ed è quasi sempre conseguenza di stili di vita errati, legati ad
un'alimentazione eccessiva e/o disordinata e ad eccessiva sedentarietà.
Purtroppo la diagnosi sta aumentando anche tra i giovani adulti in quanto
l'obesità addominale ,che è uno dei principali fattori di rischio, compare
ormai sempre prima.
Quindi la sindrome metabolica è soprattutto un
campanello d'allarme, spesso infatti il soggetto che ne è affetto non presenta
problemi o sintomi invalidanti, ma ha un'alta probabilità di sviluppare, con il
tempo, una patologia a carico del sistema cardiovascolare ed il diabete.
La consapevolezza di soffrire di sindrome
metabolica può motivare quindi ad effettuare un cambiamento del proprio stile
di vita. Per curare questa malattia in molti casi è sufficiente infatti adottare un regime
alimentare equilibrato e adatto alle proprie specifiche esigenze ed aumentare
l'attività fisica giornaliera. Dieta ed attività fisica sono dunque le due
"medicine" in grado di migliorare i fattori di rischio sopra
indicati.
Sembrerebbe una “cura” semplice eppure i fatti
dimostrano che non lo è. E' pieno di persone che ciclicamente si impegnano in
diete e sport e che puntualmente dopo i primi mesi e i primi risultati
abbandonano perdendo ciò che hanno raggiunto, gli studi concordano che dopo due
anni dalla dieta la maggior parte delle persone riprende i kg persi, spesso
anzi ne accumula altri. La difficoltà non è tanto cominciare la diata o lo
sport, ma essere costanti e trasformare il proprio stile di vita per sempre.
E' in quest'ambito che interviene lo psicologo
dell'alimentazione. E' necessario in primis sviluppare una riflessione intorno
al rapporto con il cibo e con il corpo, per capire quali sono i bisogni reali
che si soddisfarno attraverso
l'alimentazione (non solo quelli fisici di fame, ma anche quelli psicologici)
e contemporaneamente sviuppare strategie
che aiutino il paziente a persegire gli obiettivi che portano verso un
miglioramento dello stato di salute.
Ovviamente lo psicologo non può fare il lavoro
che non gli compete, ovvero prescrivere la dieta, questo è il campo del dietologo/nutrizionista.
Ormai da qualche anno queste due figure professionali stanno cominciando a
stringere rapporti di collaborazione, al fine di garantire un servizio più
completo ed efficace ai pazienti.
Quello della psicologia dell'alimentazione e
della salute è un ambito nuovo che però sta dando grandi soddisfazioni, tanto
ai clienti quanto ai professionisti del settore, infatti i dietologi che si
sono avvalsi di questa collaborazione
hanno riscontrato che i pazienti che venivano seguiti anche dallo
psicologo ottenevano risultati più duraturi ed erano più soddisfatti della
dieta.
Dott.ssa Silvia Piavento
Psicologa e Psicoterapeuta sistemica
Esperta in psicologia dell’alimentazione
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