"Rosso come un peperone" : il cibo come metafora delle nostre emozioni
Il cibo spesso viene usato nel linguaggio comune per
ritrarre lo stato d’animo umano, o
comunque alcune caratteristiche personologiche.
Così, se provate a farci caso,
si sentono metafore di tutti i tipi: chi è innamorato è “cotto a puntino”, ”stracotto”o
“ha gli occhi da pesce lesso”, fai una
figuraccia, ti imbarazzi e diventi “rosso come un peperone”, se neghi la realtà
“hai le fette di prosciutto negli occhi”, chi parla troppo forbito si sarà
sentito rivolgere la frase “parla come mangi”, chi si stupisce “cade come una
pera cotta”, chi va in ansia per poco “si perde in un bicchier d’acqua”, chi si
mette in pericolo ha “poco sale in zucca” e a chi è lento di comprendonio “ ghe
manca un bojo” per dirla alla veneta.
Di una persona si può dire che sia un
tipo frizzante, acido, piccante, dolce, mieloso o buono come il pane.
La vita
stessa può sembrarci dolce o amara, tenera o dura, possono esserci cose difficili da digerire e insomma chi più
ne ha più ne metta.
La bocca è il primo canale con cui conosciamo il mondo, un
neonato infatti comincia a rappresentarsi il mondo attraverso gli stimoli che
gli provengono dai sensi , in primis il gusto.
Vi è quindi un legame primordiale tra il nostro essere e il cibo, è per
questo che ci sono una serie di comportamenti automatici e inconsapevoli che
regolano il nostro modo di alimentarci. Sono proprio questi aspetti inconsapevoli che
ci tradiscono quando non riusciamo a rispettare una dieta.
Dott.ssa Silvia Piavento
Psicologa e Psicoterapeuta Sistemica
Esperta in Psicologia dell'Alimentazione
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