4 TRAPPOLE PSICOLOGICHE CHE FANNO FALLIRE LE DIETE

foto di mela con metro sarta
Le feste natalizie sono appena trascorse e chissà quante persone stanno pensando di mettersi a dieta per rimediare agli eccessi dell’ultimo mese, qualcuno magari aspetta ancora un pò, giusto il tempo di lasciar passare il Carnevale. A volte cominciare una dieta può sembrare difficile, ma più spesso la vera difficoltà è portarla a termine e mantenerne i risultati nel tempo. In entrambi i casi la prima responsabile dei nostri insuccessi, è la nostra mente, è lei che ci tradisce costruendo delle trappole di cui non siamo nemmeno consapevoli. Di seguito prenderemo in esame quattro meccanismi psicologici che sabotano le diete.

1.      LA PROCRASTINAZIONE: molte persone vivono nel futuro piuttosto che nel presente “comincerò la dieta lunedì”, “ passate le feste si inizia”, o per dirla alla Rossella O’Hara “domani è un altro giorno”.  Il presente non sembra mai il momento giusto per applicarsi, si preferisce fissare una data di partenza che poi viene puntualmente rimandata. Alle volte si procrastina la partenza vittime dell’idea che “chi ben comincia è a metà dell’opera”, è vero, ma se questo motto diventa una scusa per non cominciare mai, allora è meglio cominciare, fare degli errori e poi riprendersi.

2.      O TUTTO O NULLA: a volte cominciamo la dieta bene,  pieni di motivazione e buoni propositi, ma  poi arriva un ostacolo, un momento di fragilità e sconfortati si decide di rinunciare.Cosa resta? Un senso di fallimento e di frustrazione che spesso si cerca di consolare con quel cibo zuccherato e grasso che era stato bandito dall’alimentazione. Ironia della sorte? La sorte non c’entra nulla, questo  è un meccanismo prevedibile alla base del famoso effetto yoyo (dimagrire e ingrassare con ciclicità). Si crea un circolo vizioso che può essere interrotto solo prendendo coscienza degli aspetti psicologici legati al proprio  modo di alimentarsi. Invece di fare questa presa di consapevolezza, molte persone cadono nella trappola di darsi per vinte e cominciano a formulare pensieri assolutistici del tipo “non ce la farò mai a dimagrire” , “è tutto inutile”, finendo per gettare all’aria il lavoro fatto fino a quel punto. Come ogni percorso anche quello della dieta è fatto di alti e bassi, un errore, una debolezza come può essere un’improvvisa abbuffata, non deve far perdere la motivazione, può azi essere un’occasione di apprendimento.

3.      IL MIRAGGIO DELLE DIETE FLASHle diete che promettono dimagrimenti veloci sono spesso un’arma a doppio taglio. Ogni anno ne esce una nuova che promette gli stessi miracoli di quella dell’anno precedente, eppure continuano ad esercitare un forte fascino. Alla nostra mente piace credere alla bacchetta magica, alla soluzione rapida ai nostri problemi. Dimentichiamo perà che pure per  Cenerentola l’incantesimo aveva una durata  e a mezzanotte tutto tornava come prima. Nel caso delle diete flash è vero se mangi meno, se elimini grassi e zuccheri dimagrisci velocemente, ma quanto puoi resistere?A lungo termine il corpo e la mente cederanno e si ritornerà al punto di partenza (riottenendo il famoso effetto yoyo). Se si vuole raggiungere risultati duraturi bisogna cambiare stile di vita, per farlo bisogna usare la testa, ci vuole consapevolezza e motivazione in ciò che si fa.  La rivoluzione è  diventare partecipanti attivi di un cambiamento verso uno stile di vita che ci fa stare bene, in cui siamo noi che decidiamo in piena consapevolezza quando, come  e se gratificare un nostro bisogno (fisico o psicologico) attraverso il cibo, ciò richiede tempo, applicazione, consapevolezza, pazienza.

4.      LA PRIVAZIONE è LA MADRE DELL’OSSESSIONE: Ci sono molte persone che combattono per tutta la vita con il peso, la loro alimentazione è sempre sotto controllo, adottano una dieta restrittiva e il cibo è un pensiero costante. Nonostante gli  sforzi il peso di queste persone è soggetto a forti oscillazioni, ma perché se sono sempre a dieta? Essere costantemente a dieta significa anche privarsi costantemente di ciò che ci fa voglia ed è proprio questa privazione il problema di fondo.La nostra mente funziona in questo modo: se ci precludiamo qualcosa, inizieremo a desiderarlo ancora più intensamente, nel caso della dieta restrittiva il cibo diventerà un’ossessione. Anche se non state seguendo una dieta vi sarà capitato di dire “oggi non mangio la nutella anche se ne avrei voglia” durante la giornata però quella voglia di dolce vi è rimasta e per compensarla magari avete vagato per la casa mangiucchiando altre cento cose senza trovare soddisfazione e magari dopo due giorni vi siete fatti un bel panino con la nutella, con tanta nutella perché la voglia era forte. Il nostro cervello funziona così, la privazione scatena il pensiero ossessivo per ciò a cui si rinuncia e l’ossessione spesso scatena il comportamento compulsivo, l’abbuffata. Dunque verrebbe da concludere che piuttosto che privarsi la strategia più corretta sia, paradossalmente,  concedersi l’alimento desiderato, ma in piccole dosi, solo in questo modo si può evitare di pensarci per tutto il giorno e alla fine cedere al bisogno irrefrenabile di mangiarlo senza controllo.



Dott.ssa Silvia Piavento
Psicologa e Psicoterapeuta
Esperta in psicologia dell'alimentazione


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